Figlia di un Sogno Altrui: Liberarsi dalle Proiezioni del Padre

14/10/2025

Autore: DOTT.SSA GIORGIA MARCHESI


Crescere significa capire chi siamo. Ma cosa succede se la nostra immagine sembra riflessa in uno specchio confuso, quello dei sogni, delle paure o delle aspettative degli altri, specialmente quelle di nostro padre?

E se anche noi, a nostra volta, mettessimo su di lui bisogni, idee perfette o vecchie ferite che ci impediscono di vederlo – e di vedere noi stesse – per quello che siamo davvero? Questo gioco complesso di "idee proiettate" tra padre e figlia è un tema importante per capire come ci sentiamo come donne. È come vivere "il sogno di qualcun altro", un sogno da cui possiamo e dobbiamo svegliarci per vivere la nostra vita, quella vera.

Quando Papà "Proietta" sulla Figlia: Un Destino Scritto da Altri

Un padre, spesso senza rendersene minimamente conto, può "proiettare" sulla figlia parti importanti di sé che non ha mai veramente risolto, desideri che non è riuscito a realizzare, o aspettative che c'entrano davvero poco con la vera natura e i talenti della bambina che ha di fronte. È come se, con amore ma in modo fuorviante, le consegnasse un copione già scritto da recitare, un ruolo preciso da interpretare per soddisfare bisogni che in realtà sono suoi, non di lei. Ad esempio, le sue ambizioni frustrate possono trasformarsi in una pressione sulla figlia affinché lei raggiunga quei traguardi che a lui sono sfuggiti, facendola sentire un semplice veicolo per i sogni di qualcun altro, con la paura costante di non essere mai "all'altezza".

Allo stesso modo, le sue fragilità e insicurezze possono portarlo a crescere la figlia con un eccesso di protezione, trasmettendole l'idea di essere "debole e incapace di cavarsela da sola", minando così la sua autonomia. A volte, un padre può proiettare sulla figlia un'immagine idealizzata di "brava bambina" o di "donna perfetta", un modello rigido che non le lascia spazio per esprimere la sua vera femminilità, con tutte le sue sfumature. Oppure, al contrario, può involontariamente trasmetterle le sue difficoltà irrisolte con il mondo femminile, generando in lei confusione e un rapporto conflittuale con la propria identità. Può anche succedere che un padre veda o attribuisca alla figlia difetti o aspetti di sé che lui stesso non accetta, diventando ipercritico e svalutante, senza capire che sta solo combattendo contro un'ombra che è dentro di lui. Infine, un padre emotivamente bisognoso o fragile può, inconsapevolmente, invertire i ruoli, cercando nella figlia cure e sostegno emotivo, trasformandola in una "piccola mamma" e caricandola di responsabilità non sue. Quando una figlia vive queste "proiezioni", si sente spesso inadeguata, confusa su chi è veramente e cosa vuole, fatica a vedere il proprio valore e può finire per sabotare la sua felicità, pur di rimanere fedele, inconsciamente, al "sogno" di papà.

Quando la Figlia "Proietta" sul Padre: Idee, Bisogni e Vecchie Ferite

Ma questo gioco di "idee proiettate" non va solo in una direzione. Anche la figlia, fin da quando è molto piccola, mette sulla figura di papà un intero universo di bisogni, aspettative e immagini, spesso modellate dalle sue esperienze personali e dalle mancanze che ha sentito.
Una delle proiezioni più comuni è quella del padre ideale e salvatore, specialmente se papà è mancato, se n'è andato presto dalla famiglia, o se non c'era molto dal punto di vista affettivo. In questi casi, la sua figura può essere enormemente idealizzata, trasformandolo nell'uomo perfetto, forte, una guida infallibile, quasi un "eroe" o un "salvatore". Questa idealizzazione, però, ci rende difficile poi accettare gli uomini veri, con i loro normali difetti, e trovare soddisfazione nelle relazioni reali.

A volte, poi, la figlia può proiettare sul padre desideri potenti e complessi, che possono confondersi con il bisogno di riempire una "mancanza" emotiva o di ripetere dinamiche familiari che, anche se dolorose, le sono familiari. Se invece l'esperienza con papà è stata segnata da violenza, controllo eccessivo o continui litigi, è naturale che la figlia "proietti" su di lui (e a volte su tutte le figure maschili che incontra) immagini di pericolo, di "prepotente" o di fonte di angoscia. Papà può così diventare il "cattivo" a cui dare la colpa di tutte le proprie difficoltà. Queste "idee proiettate" dalla figlia, anche se nascono dal suo mondo interiore, sono spesso una risposta a quello che ha vissuto in famiglia, un tentativo di dare un senso alle cose, di riempire vuoti o di difendersi dal dolore.

Liberarsi dal "Sogno di Qualcun Altro": Un Cammino Verso Se Stesse

Capire e sciogliere questo nodo complicato di "idee proiettate" è un passo fondamentale per una figlia che vuole ritrovare se stessa e vivere una vita che sia davvero sua.
Il primo passo è svelare queste proiezioni: diventare consapevoli di quali sogni, aspettative o paure di tuo padre sono state "messe" su di te, e quali idee perfette o terribili tu, a tua volta, hai messo su di lui.

Un percorso di consapevolezza e una sincera riflessione personale sono molto importanti in questa fase. Poi, è utile imparare a "restituire" simbolicamente quello che non è tuo, distinguendo ciò che ti appartiene da ciò che appartiene alla storia e ai bisogni di tuo padre.

Per  fare questo passo di "restituzione" è anche importante vedere papà per quello che è, un essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti, al di là delle tue idee di perfezione o di totale negatività, per liberarti da modelli impossibili o da rancori che ti bloccano.

Questo ti permette di riconnetterti con i tuoi veri desideri: chiediti spesso "Cosa voglio io veramente? Quali sono i miei sogni? Qual è la mia strada?". La pratica della mindfulness ti aiuta a creare lo spazio dentro di te per ascoltare queste risposte, mentre tecniche corporee come la bioenergetica possono aiutarti a sbloccare l'energia legata ai tuoi desideri più profondi. Infine, è essenziale costruire la tua identità separata, affermando il tuo diritto di essere diversa dal "sogno" di tuo padre, di fare le tue scelte e, se serve, anche di deludere le aspettative degli altri per rimanere fedele a te stessa.

Un'opportunità per approfondire: Seminario "Padri e Figlie: Sanare e Trasformare"

Se riconosci in queste dinamiche di "proiezione" una parte della tua storia e senti il bisogno di fare chiarezza per vivere una vita più autentica, il seminario esperienziale "Padri e Figlie: Sanare e Trasformare" che si terrà a Rubiera (RE)  può essere un valido aiuto. Insieme (sabato 25/10: 9:30-17:30, domenica 26/10: 9:30-16:30), esploreremo come sciogliere questi "copioni" non nostri e come riconnetterci con la nostra vera essenza, liberandoci dalle aspettative che ci pesano.

Liberarsi dalle "proiezioni paterne" non significa rifiutare papà o cancellare il legame, ma trasformarlo. Significa smettere di essere "figlie del sogno di qualcun altro" per diventare donne pienamente padrone della propria vita, capaci di onorare le proprie radici senza esserne prigioniere. Il messaggio di speranza è che non sei condannata a vivere una vita che non ti appartiene. Con la consapevolezza e un lavoro amorevole su di te, puoi far emergere la donna unica e meravigliosa che sei destinata a essere.


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